S. Maria del Fiore e le chiese fiorentine del Duecento e del Trecento nella città delle fabbriche arnolfiane
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È questa la ragione per la quale, nei testi che qui si presentano, le consuete notizie “storiche” e quindi i riferimenti alla sovrabbondante e ripetitiva storiografia sono ridotti al minimo, perché da quest’ultima non si possono trarre le osservazioni di fatto — inedite — che sostanziano i nostri assunti e che conducono a una interpretazione non contradditoria degli edifici. La somma di rilevi interpretativi qui raccolta (che corrisponde purtroppo solo a una parte di quella disponibile, sacrificata per l’impossibilità di ampliare oltre la già eccezionale mole pubblicata) si presenta non già come elaborazione di dati altrui o variante di storiografie correnti, ma come una fonte di informazioni e di interpretazioni di prima mano, prive di precedenti. Una campagna di acquisizioni di prima mano come quella che si presenta mancava dall’Ottocento ed era tanto più necessaria quanto più la storiografia, geneticamente sorta su base paradigmatica anzi ché su un universo statistico di attendibili rilievi, viene indotta oggi, sotto la spinta dì un turismo. La raccolta di dati mediante strumentazione aggiornata, assieme alle affinate tecniche di simulazione strutturale che si espongono nei singoli contributi è tale da poter costituire sicura guida agli interventi che si dovranno pur fare, sempre che se ne voglia tenere conto. È infatti il caso di sottolineare la tempestiva utilità diagnostica dei contributi che qui vengono esposti, non poche infatti sono le acquisizioni sui punti critici dei maggiori monumenti fiorentini: il grave e persistente stato fessurativo della volta della scarsella del Battistero viene finalmente ricon dotto alla vera causa della connessione con quella vela della cupola e del salto termico fra le due parti di volta interessate, quella che rimane all’interno e quella esposta all’esterno. Al di là degli aspetti statici e strutturali che attengono alla conservazione, divenuta oggi sempre più necessaria dato il deperimento accelerato di tutti i beni culturali, le novità introdotte dai nostri studi possono configurare una nuova storiografia, basata non su astratte categorie di scuola ma su accerta menti di fatto che man mano costituiscano un universo statistico consapevole dell’avanzamento gene rale della conoscenza e delle ultime straordinarie scoperte scientifiche che stanno cambiando le tradizionali basi di un millenario sapere.