Vision. La fotografia interprete del tempo

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La fotografia non è che l’espressione viva di un subconscio che si manifesta attraverso la visione e che matura nel divenire della vita rappresentando ciò che siamo o che vorremmo essere,
le nostre paure e i desideri, la bellezza presunta o i silenzi che vorremmo portare nei nostri processi mentali, che da istintivi divengono simbolici.
La percezione armonizza la psiche individuale attraverso l’istintività, generando una serie di input che trasformano l’energia in immaginazione, per giungere all’espressione creativa, frutto di una meditata scomposizione della realtà, che l’autore frammenta in uno specifico contesto metaforico.
è analizzando le ricerche di ogni singolo autore, pubblicato in questo nuovo libro della collana Afi, che si intuisce una sostanziale differenza nel rappresentare la vita, sia essa il racconto dell’uomo, dell’habitat o dell’humus vitale che ci perviene dai segni del paesaggio.
Non vi sono pratiche universali che riconducono alla scelta del soggetto, ma una sorta di chimica spirituale dettata dall’esistenza, ingombrante fardello di esperienze che formano la nostra coscienza, che mutano l’energia accumulata in stratificazioni intellettive che oltre all’inganno custodiscono dolcezze, venerazioni e orazioni lanciate nell’emisfero dell’umanità. E’ questo il concetto che converte la rivelazione artistica in un dono altruista, poiché suggerisce, attraverso l’estetica, i dubbi della vita sui quali riflettere, mediante la conoscenza, spesso senza la razionalità congenita imposta dalla società degli onesti pensatori alla quale siamo assoggettati. L’arte, qualunque essa sia, è libertà d’animo, sentimento e urlo di passione.

 

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