Storia dell’architettura occidentale

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La quarta edizione italiana di “Storia dell’architettura occidentale” è stata ampliata sia nel testo che nelle illustrazioni, per quanto riguarda la sezione sull’architettura del XX secolo, a partire dal 1930 e portando fino ai nostri giorni l’approfondimento sul suo straordinario fiorire nel mondo all’inizio di questo millennio. E, sebbene questa rimanga una storia dell’architettura occidentale, si è ritenuto opportuno approfondire anche il notevole contributo di architetti giapponesi contemporanei, da Arata Isozaki a Tadao Ando. Questo volume dà conto di alcuni di questi sviluppi descrivendo, per esempio, due creazioni del 2008: gli edifici costruiti a Pechino, in occasione delle Olimpiadi, da architetti svizzeri, tedeschi, olandesi, francesi, australiani e inglesi? e il Museo di Arte islamica a Doha in Qatar. Progettato da I.M. Pei, architetto cinese-americano, questo museo è legato all’architettura islamica tradizionale, usa materiali che vanno dalla pietra calcarea francese al legname brasiliano, ed è stato progettato con la consulenza dei curatori del British Museum. In quanto prodotti della globalizzazione, dalla Cina al Qatar, queste costruzioni a Pechino e a Doha possono, a buon ragione, essere incluse in una storia dell’architettura occidentale.