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Racinan Virginie Luc. La trilogia del Sacro Selvaggio

65,00 32,50

Il “sacro selvaggio” è una pulsione d’amore, primitiva e violenta. Un sentimento anarchico e potente, al tempo stesso pagano e divino, sacro e profano. È questo “nocciolo duro” indistruttibile che noi abbiamo cercato, sotto un surplus di civiltà, di cultura e di pregiudizi.

Questo progetto è nato quasi nostro malgrado. Una conversazione iniziata molto tempo fa che resta incompiuta. Un sentimento di asfissia e il rifiuto della menzogna. Era necessario trovare un altro percorso per avventurarci sempre più vicino all’uomo.
Nel corso di questi ultimi sei anni, la trilogia “il sacro selvaggio” si è imposta a noi: l’Arte, l’Altro, la Fede. Tre campi di investigazione in cui si ritrova, sotto le macerie del progresso e dell’ultra modernità, quella stessa pulsione sacra.
Una forza iniziale che è, senza dubbio, appannaggio di coloro che si sono sbarazzati della loro immagine e che hanno tratto, dalla vicinanza alla sofferenza e da dure prove, quella distanza da ciò che rende l’uomo così piccolo e così meschino.
L’esperienza con alcuni di questi uomini – gli artisti contemporanei, gli esseri umani nati con delle malformazioni e gli uomini di religione – ci ha portato a mescolare la nostra rivolta alla loro. Perché davvero si tratta di tentativi insurrezionali. Non per distruggere, ma per restare in vita. Come particelle di verità cui ormeggiarsi prima di ripartire, non più completamente uguali a se stessi.
Il sacro selvaggio è un’incursione sulla verticale dell’uomo, in un tempo “rovesciato”, non più cronologico ma diacronico, dall’esterno verso l’interno. Dal fuori al dentro, dal rumore al silenzio dal movimento all’immobilità. Da qui le ultime pagine del libro che si offrono come una pausa, un tempo sospeso o un linguaggio dimenticato. Al termine di questo viaggio iniziatico, di questa “svolta”, quello che noi perdiamo in illusione, lo guadagniamo, forse, in certezza: non è perché la vita ha un senso che dobbiamo amarla. È perché essa ne abbia uno che dobbiamo amarla, assolutamente.

Il volume presenta un testo iniziale, nel quale si cercano di elencare le ragioni del progetto, e soprattutto che cosa accomuna tre “mondi” così apparentemente distanti fra loro come la sfera artistica, quella dei cosiddetti “diversi” e, infine, quella religiosa. Seguono poi le tre sezioni, ciascuna preceduta da un testo di apertura che entra nel vivo del “mondo” preso in esame, attraverso una serie di immagini di fortissimo impatto emotivo, spesso accompagnate da dichiarazioni lapidarie rilasciate dai protagonisti. Alle fotografie che ritraggono Andres Serrano, David Lynch, Paul McCarthy, Marc Quinn, Marina Abramovic, Jan Fabre e diversi altri artisti del XX secolo, seguirà il capitolo intitolato “elogio della differenza”, con i ritratti di Del/Della l’ermafrodita, di Anne-Cécile, mutilata nelle gambe e nelle braccia eppure campionessa olimpionica, di Jennifer la donna barbuta, di Danny l’uomo lupo, di Alexei il ciclope, e di tanti altri uomini e donne che, in seguito all'”handicap” fisico, hanno compiuto quel viaggio interiore che li ha portati a riconciliarsi con se stessi; la terza sezione è costituita da una serie di ritratti di eminenti personalità del cattolicesimo contemporaneo, fra le quali si ricordano il cardinale Philippe Barbarin arcivescovo di Lione, Angelo Scola patriarca di Venezia, Claudio Hummes arcivescovo di San Paolo in Brasile, i cardinali Dionigi Tettamanzi e Ennio Antonelli, rispettivamente arcivescovi di Milano e Firenze.

COD: Gerard Racinan, Federico Motta Editore, 2005, 260 p., cm. 29x36,5, rilegato. Categorie: , .
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