Once upon a Time…The Western

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A New Frontier in Art and FilmA New Frontier in Art and Film
Il western è la quintessenza dell’epica americana, la mitica storia della costruzione di una nazione e i trionfi e i fallimenti, le fantasie e persino le ipocrisie che quel processo ha generato. Once Upon a Time . . . The Western: A New Frontier in Art and Film esplora il genere e i suoi miti in un’ottica pittorica, fotografica, narrativa e cinematografica da metà Ottocento ai giorni nostri. Il libro non ripercorre solo la storia del film western, ma anche tutta la storia della visualizzazione, della trasmissione e della trasformazione di un mito americano declinato nelle diverse discipline dell’espressione artistica. Magnificamente illustrato e pubblicato per accompagnare una grande mostra, il volume ritraccia il percorso del genere western dagli albori della pittura di quel paesaggio ottocentesco, passando per i classici di John Ford e gli Spaghetti western di Sergio Leone, sino alle più recenti produzioni degli studios. Il libro presenta più di quindici saggi di grandi esperti d’arte, film e cultura popolare e illustra opere significative di artisti quali Albert Bierstad, Frederic Remington, Andy Warhol, Kent Monkman e Christian Marclay, per citarne alcuni. Anche se le origini del genere western possono essere ricondotte all’era coloniale, il western è diventato una fonte d’intrattenimento popolare soltanto da metà Ottocento. Once Upon a Time . . . The Western parte dallo sviluppo della pittura paesaggistica in grande scala del Far West, dalla produzione di massa delle dime novel (i romanzetti da quattro soldi) e delle riviste illustrate, e poi, dallo spettacolo itinerante Wild West di Buffalo Bill che ha trasformato il Far West in western: il motore di una mitologia tutta americana. Ripercorrendo l’evoluzione del genere dai primi film western attraverso i classici di John Ford, al dramma del “Super Western” del dopoguerra, e oltre, la mostra si propone di illustrare il dialogo fra cinema e arte, fra realtà e finzione.

Negli anni Sessanta, il western ha subito una trasformazione radicale grazie all’opera del regista Sergio Leone e il titolo della mostra si ispira proprio al suo famoso film C’era una volta il West (1968). Attingendo ai tropo centrali per affrancarsi dai decenni precedenti della storia del genere, Sergio Leone rese omaggio al western di Hollywood e al tempo stesso lo decostruì. Da allora, il western è diventato oggetto di ricerca e a volte d’ironia da parte degli artisti contemporanei e dei registi. Pur non essendo più fonte di orgoglio nell’immaginario collettivo, il western continua ancora oggi a influenzare la nostra cultura in svariati modi. Nei mass-media gli uomini politici vengono spesso definiti “cow boys” e Internet è diventata la nuova frontiera. Registi contemporanei come Quentin Tarantino (Django, 2012), Ang Lee (Brokeback Mountain, 2007) e i fratelli Joel ed Ethan Coen (Il Grinta, 2010 e Non è un paese per vecchi, 2007) stanno cercando nuovi modi per parlare di concetti radicati nel tempo, come il concetto di razza, genere e sessualità e gli artisti nativi americani stanno elaborando risposte incisive ai ruoli stereotipati in cui vengono spesso relegati. I temi trattati in questo libro sono di grande attualità in America, dove si discute molto di violenza armata, di ruoli di genere “tradizionali” e di rapporti razziali.Thomas Brent Smith è il direttore del Petrie Institute of Western American Art del Denver Art Museum.

Mary-Dailey Desmarais è curatrice dell’International Modern Art al Montreal Museum of Fine Arts.

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