Oh! Dolci baci o languide carezze. La passione amorosa al cinema

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L’esperienza amorosa nel mondo contemporaneo, pur essendo tra le più significative e per molti versi la più considerevole dell’esistenza umana, non ha ricevuto dagli studiosi l’attenzione e gli approfondimenti psicanalitici che le spettano. Michel Foucault dice che il desiderio erotico ha un potere rivoluzionario che da sempre ha inquietato il potere, che, in una maniera o in un’altra, ha cercato di canalizzarlo e assoggettarlo, sia nella cultura marxista che in quella capitalista. Lo studioso francese vede da parte della società un costante tentativo di svalutazione e di esorcizzazione dell’eros. Egli afferma: «Ne parliamo talmente che finiamo per togliergli il potere rivoluzionario». Da parte sua Roland Barthes replica: «Il discorso amoroso è parlato da migliaia di individui, ma non è sostenuto da nessuno». L’innamoramento, secondo McEwan (e non solo lui) è sempre un’esperienza estrema, un atto irragionevole: «Quando ci si innamora, sostiene lo scrittore scozzese, l’altro diventa un’ossessione: non si dorme, non si mangia, non si pensa ad altro». L’innamorato sospende tutti i propri principi morali, si ritiene in diritto di offendere, denigrare, mentire e talvolta persino di uccidere chiunque sia d’ostacolo al suo amore, fosse anche la stessa persona amata. Perciò l’ innamoramento è sempre stato visto in modo negativo. La maggior parte degli studi sull’amore, infatti, fa parte del campo clinico e gli stessi manuali di psicologia dell’adolescenza ritengono di spiegare quella stagione della vita senza nemmeno prendere in considerazione la dimensione amorosa dell’individuo. Proporre il tema dell’ “Amore al cinema”, inteso come desiderio erotico, come follia amorosa, vuole essere un piccolo contributo per sottrarre, di tanto in tanto, il discorso amoroso all’estrema solitudine in cui si trova confinato, «completamente abbandonato dai discorsi a esso vicini», eppure da questi ignorato, tagliato fuori o ancora peggio svalutato, deriso, schernito; significa sottrarlo «alla deriva dell’inattuale» per collocarlo nella cultura corrente e nel quotidiano individuale, perché la passione amorosa possa uscire dagli ambiti specialistici e dalla patologia per essere vissuta nella sua giusta dimensione in quanto espressione dell’esperienza umana caratterizzata assai spesso dall’insoddisfazione, dalla nostalgia, dal senso di solitudine dal desiderio di completezza e di perfezione, da sofferenze psichiche “richiamo dell’anima”. Ma anche riflessione sulla società, che eros percepisce come nemica, perché massifica, reprime ed è fondata sul potere, antitesi dell’amore e dell’immaginazione. I film che rientrano in questa rassegna, scelti all’interno di un ampio spettro di tempo e di “soggetti d’amore” hanno in comune tra loro il tema della “passione amorosa espressa oltre i limiti del comune sentire”. Al di fuori e al di sopra degli schemi sociali convenzionali, che ne accentuano le dilacerazioni dell’anima o l’impossibilità di viverla da parte dei protagonisti.