Liberty. Uno stile per l’Italia moderna
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Il percorso espositivo propone la rilettura del modello stilistico dell’arte floreale, individuandone l’origine nell’opera di uno dei grandi protagonisti del Rinascimento italiano, Sandro Botticelli, e approfondisce le relazioni con l’arte europea del periodo, in particolare le Secessioni”. Il Liberty non è una corrente ma l’insieme degli artisti simbolisti che attraversarono fasi in cui dominò lo stile floreale o ornamentale. Il nome deriva da un uomo inglese, Arthur Liberty, che aprì un negozio di oggetti e di tessuti art nouveau. Diventarono arte le posate, i mobili, le poltrone, le lampade, i quadri e gli oggetti. “Si pensi poi agli edifici – continua Brunelli -. Nel Liberty la parte ornamentale acquista maggior valore rispetto all’architettura, a partire dalla Torre Eiffel fino alle costruzioni estreme di Gaudì. Nel Liberty quello che era considerato superfluo diventa essenziale”. La mostra sul Liberty partirà dal confronto di opere di Sartorio e Botticelli.
“L’allestimento è basato su rimandi e confronti della pittura con la scultura e le arti decorative, dalle vetrate ai ferri battuti, ai mobili, agli oggetti d’arredo, ai tessuti – ha aggiunto Brunelli -. Sarà possibile tracciare una linea comune tra i dipinti di Boldini, Previati e Casorati e le sculture di Bistolfi, Ximenes e Wildt, Martini; le vetrate e i ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto, le ceramiche di Galileo Chini e Baccarini, i manifesti di Dudovich, Terzi e Hohenstein. Un apposito apparato grafico avrà il compito di sottolineare i rapporti con la letteratura, tra D’Annunzio, Pascoli e Gozzano, e con la musica di Puccini, Mascagni e Ponchielli. Il teatro vedrà un apposito richiamo ad Eleonora Duse. I confronti europei riguardano autori come Klimt, Adler, Moser, Tiffany, Klingan, Boecklin, Van Stuck, Morris, Leighton”. Nella rassegna sarà presente anche una sezione inedita dedicata ai ghiacci, alle vette inaccessibili delle grandi montagne. La donna è la protagonista della mostra, perché lo era della società del tempo: appariva nelle lampade, nei gioielli e nei monumenti, da quelli di celebrazione civile a quelli funerari. Chiuderanno la mostra pannelli di Zecchini e Chini, poi l’ultima fase dell’opera di Bistolfi con riscoperta dei miti michelangioleschi.
Esaurito