La Figlia del Samurai

18,00

Guardatemi! Guardatemi bene! Non vedete niente? Ora vedrete!”. Con queste parole un giovane in abiti orientali attira l’attenzione della giuria e del pubblico sulla scena di un concorso di storie vere – o quasi – in un teatro di fine Ottocento. Con lui sul palco, un’incantevole fanciulla in kimono: è Tomo, sua compagna per la vita. Davanti a una sala rapita, il giovane Tomé racconta una storia d’amore e d’avventura, che si snoda in una serie di avvincenti episodi: il naufragio in Asia, la morte del padre marinaio, l’accoglienza ricevuta da un vecchio samurai cieco che diventerà suo maestro, l’amore per Tomo, la figlia del vecchio, l’isola invisibile dei terribili Demoni Guerrieri contro i quali sarà costretto a combattere, il drago che gli mozzerà una mano…
Amore, esotismo, combattimenti e uno sguardo su un’affascinante disciplina orientale improntata a forza e saggezza sono alla base di un’avventura movimentata e ricca di suspense in cui il vivace talento narrativo di Fred Bernard si esprime al meglio. Seguendo il disinvolto spostarsi del racconto tra il presente in teatro e la dimensione del ricordo, le splendide immagini di François Roca alternano interni ed esterni parimenti suggestivi. Dalla plastica sensualità dei corpi dei giovani personaggi (da notare la finezza dei tatuaggi sulla pelle della bella Tomo) alla raffinatezza delle vesti orientali, dall’ampio respiro dei paesaggi giapponesi all’oscurità fiammeggiante della grotta funestata dalla violenza, Roca attinge a una palette cromatica vivida ed estesa e dimostra ancora una volta la sua esemplare maestria nell’utilizzo di luci e ombre.