Guro
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Gli appassionati d’arte conoscono bene le opere dei diversi gruppi di popolazioni che è diventata consuetudine chiamare “Guro” e che si trovano al centro della Costa d’Avorio. Situati
in prossimità dei Wan, dei Baule, degli Yaure e dei Bete, questi gruppi hanno intrattenuto numerosi contatti con i vicini e le reciproche influenze si percepiscono nelle diverse creazioni
plastiche. Le maschere, in particolare, hanno un’importanza che va molto oltre quella che hanno acquisito sul mercato dell’arte. Se la colonizzazione francese ha ampiamente contribuito a indebolire il prestigio degli uomini il cui potere consisteva nelle pratiche di guerra e di caccia, la conservazione dei riti complessi che implicano l’uso di maschere ha permesso alla classe maschile di preservare una forma di controllo politico e religioso. Diversificando le categorie di maschere tra quelle che ricevono sacrifici sanguinosi in onore di entità spirituali da una parte e quelle, all’insegna del divertimento, che si utilizzano in occasione di funerali, manifestazioni di propaganda politica e feste turistiche dall’altra, i Guro hanno reinventato, rivitalizzato e riadattato riti perfettamente integrati in una società contemporanea in mutazione permanente.
Anne-Marie Bouttiaux è antropologa e storica dell’arte. Ha compiuto ricerche sul campo in Africa occidentale, essenzialmente in Costa d’Avorio, Guinea-Bissau e Senegal, ed ha curato numerose mostre
Esaurito