Fior di Barba. La Barba nell’arte tra Sacro e Profano dal XVI al XX secolo.

20,00

E’ la curiosa quanto insolita mostra dedicata al tema della barba nell’arte che dal 3 novembre al 23 dicembre 2011, Maurizio Nobile ospiterà nella propria galleria di Parigi.
Si potranno ammirare una trentina tra dipinti, sculture e fotografie che abbracciano un periodo che va dal XVI al XXI secolo.
Affrontando il tema della barba, non potevano infatti mancare riferimenti risalenti ai primi passi della fotografia, dalla storica barba di Victor Hugo, fotografato da Nadar nel 1883, a quella celeberrima di Che Guevara immortalato da Korda nel 1960.
Frutto di una lunga e appassionante ricerca antiquaria di Maurizio Nobile, tutte le opere hanno un unico comune denominatore: la barba e il ruolo da essa rappresentato nel corso dei secoli.
Opere di tema mitologico si mescolano a dipinti connessi con la tradizione ebraico-cristiana, per sfociare in una serie di ritratti di personaggi importanti realizzati tra il Cinquecento e l’Ottocento.
Tradizioni e culture diverse hanno affidato il racconto dell’estetica maschile a quest’appendice di virilità, caratterizzando l’uomo sin dalle sue origini. Pur avendo rivestito significati simbolici legati alle usanze, tradizioni, fede religiosa, ruolo sociale e mode, la barba resta il simbolo della sensualità di cui solo l’uomo è portatore.
Tra le opere più interessanti segnaliamo due recenti scoperta di Maurizio Nobile,un Re Mida dipinto attorno al 1630 dal raro caravaggesco francese Nicolas Tournier al suo rientro in Francia da Roma e un Ritratto di Gentiluomo eseguito da Leandro Bassano (Bassano 1557- Venezia 1622), considerato il capolavoro giovanile dell’artista, un’opera di altissimo rango della più eccelsa tradizione ritrattistica veneta.
Tra le sculture, sono da segnalare un busto neoclassico in marmo rappresentante Menelao tratto da una scultura romana del II secolo d.C.; un importante busto in marmo di Gugliemo Tell, eseguito da Antonio Soldini (Chiasso 1853 – Lugano 1933) e una coppia di vasi in bronzo dorato e finemente cesellato con due anse a foggia di testa di Sileno, attribuiti a Pierre Gouthière (1732-1813).