Dolce patria nostra. La Toscana di Piero Calamandrei
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Questo libro raccoglie una serie di saggi che indagano sulla vena letteraria e artistica che la terra natale ha ispirato al grande giurista e politico. L’accorata invocazione alla “Toscana, dolce patria nostra” che conclude l’Inventario della casa di campagna esalta un tema che attraversa l’intera opera di Piero Calamandrei. La parola patria, difficile da pronunciare allora come ora, si declina piuttosto in Calamandrei in un’accezione eminentemente spirituale: è il luogo dei padri, la terra nella quale s’incardina l’eredità di forme e consuetudini che hanno forgiato gli animi. Genera incrollabili affetti, trasmette un senso di pacifico, anche se mai tranquillo, radicamento. Roberto Barzanti ci spiega come questo sentimento di fondo abbia pervaso l’intera opera di Calamandrei e come questo sentimento si esprima con la stessa forza nell’impegno civile, nello studio giuridico e nelle forme di espressione “umanistiche”. Giuseppe Nicoletti, partendo dalle pagine dell’Inventario della casa di campagna, percorre tutte le più belle pagine letterarie di Calamandrei, dai suoi esordi, poco più che adolescente alle opere della maturità. Laura Barile ci conduce, con uno scritto agile ed avvincente, in un percorso di lettura “trasversale” delle opere di Piero, mettendo in evidenza come i testi letterari siano nati della stessa curiosità intellettuale di quelli giuridici. Completa il libro una ricca Antologia degli scritti di Piero Calamandrei dedicati alla Toscana, tema amato che percorre tutta la vita dell’autore, in alcuni di essi è già evidente la preoccupazione per la sorte di paesaggi e monumenti, minacciati dagli stravolgimenti della seconda metà del secolo XX, che già egli intuiva. Alcune pagine sono dedicate, con grande veemenza, al ricordo e all’affermazione dei valori della Resistenza. La grande novità di questo libro è costituita dall’ampia sezione iconografica: un saggio della storica dell’arte Francesca Montuori introduce l’ampio catalogo di opere pittoriche dello stesso Calamandrei e di pittori a lui vicini, in particolare negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale. Si comprende, sfogliando queste pagine, come gli stessi sentimenti che prorompono dalle pagine letterarie emergano anche dai quadri di Piero e degli altri. Fino ad oggi inedite sono le immagini tratte dall’album di ricordi di Piero. Si tratta di una raccolta di fotografie scattate durante le “passeggiate domenicali” con gli amici più cari: Pancrazi, Russo, Momigliano, Valgimigli, Alessandro Levi, Nello Rosselli e lo stesso Benedetto Croce. Uno scritto di Silvia Calamandrei, nipote di Piero, ci introduce nell’atmosfera di quegli anni, quando anche una semplice gita diventava occasione di discussione e di scambio di idee, fuori dalla cappa imposta dal regime fascista. Le foto scattate da Calamandrei durante le passeggiate in campagna
con gli amici infondono un senso di tranquillità interiore che si scontra con la consapevolezza di ciò che, in quegli stessi anni, stava accadendo in Italia. Cipressi e pagliai, poderi, sentieri fra campi e vigne, e i volti sorridenti, sono elementi di un quadro sereno quale raramente si colgono i segnali drammatici di una realtà purtroppo del tutto diversa. A volte, gli istanti felici fissati sulla pellicola sono solo il fotogramma che precede eventi di ben altro segno e lasciano l’osservatore sospeso fra la contemplazione di quel momento ed il pensiero di ciò che sarebbe, di lì a poco, accaduto. E’ il caso della passeggiata a Montegufoni, nel ’37, l’ultima insieme a Nello Rosselli: è solo una foto, o una pagina di storia? Sono proprio le persone, gli amici che compaiono in questo album intimo e straordinario, oggi giustamente tradotto in un volume, a legare il Calamandrei che vive appieno la sua Toscana e l’intellettuale impegnato, il giurista, l’antifascista.
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