Adolfo Wildt (1868-1931). L’ultimo simbolista

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Un omaggio al grande scultore italiano virtuoso del marmo, visionario interprete delle emozioni e delle aspirazioni umane. Vicino al movimento Liberty e al Simbolismo, Adolfo Wildt (1868-1931) ha saputo elaborare un originale linguaggio in cui l’espressionismo si mescola con reminiscenze di arte antica, gotica e rinascimentale, in un equilibrio inedito tra la potenza espressiva del modello e la grazia di motivi puramente decorativi. Estraneo al mondo delle avanguardie, Wildt conobbe un successo di critica controverso sia per via dei soggetti talvolta oscuri delle sue opere, sia per alcune sue scelte formali considerate eccentriche.
Egli è stato, con la sua sensibilità, l’interprete di “un’epoca stanca e ansiosa, credula e curiosa” (Ugo Ojetti). Dopo la sua morte fu infatti vittima di una condanna all’oblio decretata dalla critica, che non condivideva la sua poetica e il suo stesso concetto di scultura, e dalla cultura del secondo dopoguerra, che lo accusava erroneamente di essere stato un artista di regime.
Pubblicata in collaborazione con il Musée d’Orsay in occasione della straordinaria retrospettiva milanese proveniente dalMusée de l’Orangerie di Parigi, la monografia ripercorre la vita e l’opera di Wildt attraverso un’ampia selezione di sculture, disegni, medaglie e fotografie d’epoca di opere scomparse o inamovibili.