A tavola nel Rinascimento. Luoghi, arredi e comportamenti
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Collana: Quaderni del Sistema educativo n. 20
Il libro è dedicato all’organizzazione degli spazi deputati alla cottura e alla confezione del cibo (cucine e servizi annessi), così come al suo consumo (tinelli e sale da banchetto), nella casa fiorentina tra XV e XVII secolo. Vengono descritti gli utensili e le suppellettili collegati a questi spazi (posate, piatti eccetera), come pure i sistemi per l’uso dei due elementi fondamentali per la cottura del cibo, il fuoco e l’acqua (quindi focolari, camini e acquai). È offerta inoltre una panoramica sui ‘maestri di bocca’, cioè sulle professionalità che ruotavano attorno alla tavola del signore (scalchi, coppieri, trancianti), nonché sulle buone maniere previste a tavola, fonte d’informazione preziosa sui legami all’interno di una classe sociale.
Singoli e umili manufatti diventano portavoce di storie complesse. La trasformazione della punta del coltello da acuminata ad arrotondata, come si osserva dalla fine del Seicento, viene ricondotta alla sempre maggior presenza di carni bollite che soppiantano quelle arrosto, come pure alla volontà di imporre il divieto di nettarsi i denti con le punte dei coltelli durante e dopo i banchetti. Ciò rimanda a sua volta a norme di comportamento sociale, specchio di una classe alla ricerca di usi nuovi da sostituire ai precedenti, considerati svalutati per la loro diffusione verso il basso.
Un’antologia essenziale riporta brani di Boccaccio, Franco Sacchetti, Leon Battista Alberti, Arlotto Mainardi, Giovanni Della Casa, Cristoforo di Messisbugo e Giulio Cesare Croce. Incisioni, xilografie e immagini d’epoca corredano e arricchiscono il volume.